Beati coniugi

La nostra coppia sente molte urgenze: avere più tempo da passare insieme, alimentare incessantemente il nostro amore, e poi ci sono le urgenze più materiali come la gestione della casa, dei soldi, dei tempi della famiglia e quelli del lavoro. Quella di essere santi non è forse sentita come la prima urgenza della nostra vita.

 

Ma noi dei santi e della santità che idea abbiamo? Uomini e donne eccezionali che in secoli diversi hanno saputo testimoniare con gioia e vitalità l’amore di Cristo. Ma a ben guardarli ci sembrano anche lontani dalla nostra realtà di famiglia.

Molti di loro non avevano una famiglia a cui pensare anche se alcuni di loro hanno fondato ordini e comunità, ma come è diverso avere un fratello nella fede e avere un marito, una moglie, suoceri e nipoti.

La vita interroga in continuazione noi sposi su cose materiali, non spirituali, forse la santità non è per noi?

 

Modelli di santità in coppia

 Un simile ragionamento è stato totalmente spazzato via il 21 Ottobre 2001 quando il Papa ha beatificato gli sposi Luigi e Maria Beltrame Quattrocchi. Che cosa hanno fatto di eccezionale questi sposi per meritarsi di essere innalzati agli onori degli altari?

Niente di eccezionale. Come tante altre coppie non canonizzate, sono stati profondamente innamorati, hanno amato ed educato i figli, si sono dedicati con tenerezza alla cura dei loro genitori, hanno accolto con gioiosa  ospitalità coloro che bussavano alla porta.

Tutto qui?

Già, tutto qui e la Chiesa ci dice con  chiarezza che è in sposi di questo tipo che  si vede brillare in tutto lo splendore la famiglia così come il Signore l’ha immaginata, una comunità di vita e di amore che è via di salvezza per coloro che la compongono e per quanti vivono accanto ad essa.

Dio non ci ha invitati ad andargli incontro da soli, anzi in questo Cristo è stato chiaro: “dove  due o tre sono riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro”.

Due o tre. In quel due noi vediamo il cuore della nostra coppia. Noi sposi siamo due, riuniti nel suo nome. Cristo è con noi, è in mezzo a noi, a tutte le nostre attività.

Lui è con noi quando dialoghiamo, quando preghiamo insieme, quando ci uniamo nel fare l’amore, insomma è con noi in tutti quei momenti nei quali costruiamo l’ ”una caro”, cioè diventiamo una carne sola che è il primo e più importante compito che la Parola di Dio dà alla coppia

Già perché la nostra vita di coppia si gioca il suo essere tale proprio in queste tre realtà che concorrono tutte a formare una sola carne che siamo destinati a diventare con il nostro coniuge. È li che siamo chiamati a vivere con lui in pienezza la relazione percorrendo così la nostra via di salvezza, quella che lui ha sognato per noi.  Si tratta di una scalata da compiere non in solitaria ma da percorrere  in cordata con il nostro coniuge. Salire in montagna così ti dà la gioia di non essere solo; il condividere il cammino richiede lo sforzo e la delicatezza di imparare ad andare al passo l’uno dell’altra. Non è facile accordarsi sul ritmo di cammino e soprattutto non è una cosa che si fa una volta per sempre. E’ una sincronia da costruire giorno per giorno, affrontando con  realistica  elasticità le diverse fasi della vita che la coppia e poi la famiglia si trova a vivere, misurarle in base alle forze di ogni membro che cammina legato alla cordata, scegliendo chi si sente di fare il capo cordata in un dato tratto. Ma questo non è un limite! Questa è la nostra forza e ci rende testimoni nel mondo di una realtà che spesso non si valuta a sufficienza: costruire la comunione fra noi. 

È un’esigenza di vitale importanza per la famiglia, ma vale anche per tutti gli altri ambiti della nostra vita, dal lavoro al tempo libero, dai vicini di casa ai parenti fino alla nostra comunità parrocchiale  che ci raduna nella fede.

 

Le strade della santità in coppia.

La via alla santità per una famiglia passa attraverso l’ascolto dello Spirito Santo. Saper  discernere con chiarezza la sua voce in ogni momento della nostra vita, essere duttili ai suoi “suggerimenti” sono esercizi quotidiani dai quali non possiamo prescindere. La santità infatti è una, ma differenziata, non si può fotocopiare. Per questo dobbiamo metterci in ascolto dello Spirito, poiché il nostro rapporto con Dio è personale. La chiamata alla santità comporta che ognuno entri fino in fondo nella sua realtà, nella sua vocazione e su quel terreno accolga docilmente l’azione dello Spirito Santo. È ovvio che ciò non significa in alcun modo  ritagliarsi una propria santità all’insegna del soggettivismo più arbitrario. Lo sappiamo, i cammini personali per il cristiano sono inseriti nella comunione della Chiesa e hanno il riferimento oggettivo nella Parola di Dio e nei sacramenti. Le stagioni che attraversa una famiglia sono tante e a volte si susseguono così velocemente che se non ci radichiamo in Cristo corriamo il rischio di essere travolti dagli eventi e perdere noi stessi, il nostro coniuge e i nostri figli, correndo forsennatamente non si sa dove e perché.

Forse mai come oggi una coppia santa è quella che riesce a mettere al primo posto la relazione che la costituisce e si ingegna a trovare il modo per mantenerla sempre profonda e vera e lo testimonia con il suo rapporto.

Questo è il nostro compito che deve tener presente una verità sacrosanta della Chiesa: la santità è anzitutto opera di Dio. Noi siamo aiutati  dalla sua presenza santa, una presenza fedele e attiva. Una presenza alleata alla nostra libertà, che non si impone, ma neppure si rassegna alle nostre resistenze. Noi siamo chiamati a credere, accogliere e  rispondere, ma non a “costruire” la nostra santità.

Infine è bene ricordarsi che la santità si nutre di misericordia. La santità è un cammino permanente nella misericordia del Signore. Santità non è perfezionismo. Il perfezionismo è  un’immagine illusoria  che ci costruiamo noi sulla santità.

La santità è frutto della croce di Gesù, cioè della fedeltà di Dio che non si stanca di rialzarci dalle nostre cadute. E sarà così fino alla  morte… quando ci rialzerà per l’ultima volta rendendoci partecipi della risurrezione di Gesù. Non è meraviglioso il progetto di Dio?

 

di Nicoletta e Davide Oreglia - Ufficio Famiglia di Mondovì

 

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